articolo da Webeconomia.it
Viene da domandarsi perché i paesi che uscirono sconfitti dal secondo conflitto mondiale, oltre che pressoché distrutti ma anche imperiosamente debitati, risultano oggi all’interno della economia globale tra quelli più importanti. Non può essere solo una prerogativa della abnegazione giapponese o dell’ordine tedesco la ragione per la quale Germania e Giappone sono tra le nazioni portanti della economia globale e se esploreremo a grandi linee, potremmo anche dedurne che non è solo la loro severa impostazione a determinare il loro sviluppo ma anche una corruzione fortemente limitata.
L’Italia alla fine del conflitto era sostanzialmente distrutta e disorientata. Il piano Marshall permise al nostro paese di ricevere sostanziosi aiuti che si tramutarono in opportunità di ricostruzione e di sviluppo che fece il suo boom quasi quindici anni dopo della fine della guerra. Fu allora che ebbe modo di crescere un PIL a due cifre davvero significativo e non solo per lo sviluppo edilizio che creava occupazione, ma anche e soprattutto al fiorire di piccolissime e medie aziende artigianali che, insieme ai colossi industriali del nord, formarono anno dopo anno, la colonna vertebrale della nostra economia. A quel tempo l’Italia era un paese sostenuto con fiducia da tutte le altre nazioni che consideravano sicuro, qualsiasi forma di investimento. Un popolo serio e dedito al lavoro, con la testa sulle spalle che pensava al risparmio ed al mattone.