di Laura Marinaro
Raffaele Cantone, già pm antimafia, sbarca ad Expo come supercommissario per controllare e prevenire i fatti di corruzione.
Bene, benissimo. Ma quali saranno realmente i suoi poteri, visto che , comunque, è la politica a decidere come dovrà muoversi?
Fino ad oggi qualsiasi autority è stata manovrata spesso dalla stessa politica corrotta che la trasformava in un organismo ininfluente, ma questa volta non sarà così. Cantone, infatti, ha puntato i piedi e ha dimostrato di aver compreso talmente bene quali sono le caratteristiche del sistema attuale degli appalti, che ha lanciato un appello alla politica: «Datemi più poteri, anche quello di revocare gli appalti già assegnati, naturalmente a quelli che hanno commesso atti di corruzione!». Ed è da questo appello che bisogna partire, come noi di Cosapubblica avevamo già ribadito più volte. Cosapubblica attraverso il suo presidente Piero Di Caterina ha sempre detto che in Italia la corruzione dilaga perché sono saltati tutti i meccanismi di controllo.
Cantone conferma: «Nessuno interpreta il controllo come ostacolo, ma come valutazione. Chi si è macchiato di corruzione deve essere fermato. Non gli si può consentire di continuare i lavori. Però occorre intervenire sul piano normativo, se devo fare controllo mi devono dare strumenti.
E ha un senso fare controllo se questo lo si può esercitare». Il controllo, però, deriva dalla trasparenza, quella vera, che porta anche alla prevenzione. In questo senso Cosapubblica lancia a Cantone una sfida e lo fa attraverso la collaborazione con Fabio Pietrosanti, cofondatore del Centro Hermes, associazione per i diritti umani digitali. Si tratta di “ExpoLeaks – Il WikiLeaks anticorruzione di Expo”, una piattaforma digitale aperta dove far convogliare tutte le segnalazioni e le denunce di corruzione sia anonime che no dedicato a liberi cittadini, fornitori, dipendenti di fornitori, dipendenti di Expo in modo da creare un flusso informativo utile alla TaskForce presieduta da Cantone e alle autorità preposte per individuare impianti organizzativi di corruzione e infiltrazione mafiosa. Il centro Hermes oggi opera sopratutto all’estero in paesi emergenti con la piattaforma di segnalazione anonima GlobaLeaks che ha avuto copertura mediatica da importanti testate internazionali come Forbes, WashingtonPost, Wall Street Journal, Wired e su tutte le principali testate nazionali.
In Italia collabora con Cosapubblica e con Transparency International Italia con i quali si organizzano seminari di formazione anticorruzione a PA italiane e cittadini per prepararle all’implementazione di sistemi informatici anticorruzione (whistleblowing). Insomma l’appello a Cantone è lanciato: i cittadini onesti e le Ong impegnate nella lotta alla corruzione, Cosapubblica in prima fila, chiedono un incontro.
E chissà che finalmente non si possa ripartire dalla legalità! Anche per una nuova grande Expo.