“La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Con questa dichiarazione, rilasciata poco prima della sua morte, Paolo Borsellino ha lasciato ai posteri un importante messaggio: la lotta alla mafia non può prescindere dal contributo dei giovani. Solo le nuove generazioni, forti di un approccio alla vita ancora non sporcato dal ricorso al compromesso e dall’ambiguità morale, possono privare le organizzazioni criminali dell’elemento sulla quale si basa il loro potere: il consenso.
E’ una cosa che ancora oggi spesso si tende a dimenticare. A qualcuno, però, preme di ricordarlo. Sono, tra gli altri, i partecipanti al convegno “Antimafia a scuola“, organizzato da CosaPubblica e Movimento delle Agende Rosse allo scopo di coinvolgere i giovani e renderli consapevoli di quanto sia necessaria vincere la battaglia contro la mafia.
I relatori saranno:
Piero Di Caterina e Francesca Scoleri, rispettivamente presidente e responsabile comunicazione di
Cosa Pubblica – associazione contro la corruzione.
Salvatore Borsellino (in collegamento Skype) fondatore del Movimento delle Agende Rosse.
Pietro Palmisano e Giuseppe Cassata del Gruppo Peppino Impastato Milano (aderente al movimento delle Agende rosse)
Vincenzo Calcara – pentito di mafia e collaboratore di giustizia.
Il convegno si terrà all’IIS Mosè Bianchi venerdì 30 gennaio dalle ore 9.30 alle ore 13.15.