Il cittadino comune confonde spesso corruzione e concussione. Il motivo è forse rintracciabile nella somiglianza tra questi due termini e nel fatto che, in genere, i colpevoli di entrambi i reati appartengono allo stesso mondo professionale. In verità, si tratta di due fenomeni ben diversi. Il Codice di Procedura Penale è sufficiente a comprendere le differenze.
La discriminante più importante riguarda l’atto criminoso in sé. La corruzione prevede infatti la ricezione di denaro attraverso modalità illecite. La concussione è invece la pressione che un pubblico ufficiale esercita nei confronti di un sottoposto affinché quest’ultimo compia azioni di natura corruttiva, vadano esse a vantaggio o meno del reo. Giusto per fare un esempio, il corruttore riceve la classica mazzetta o tangente; il concusso “chiede” a un terzo una mazzetta per sé o per un altro. Sui casi di corruzione non è necessario dilungarsi. E’ utile però riportare un caso di concussione. Da questo punto di vista, rappresenta un episodio emblematico la vicenda di Berlusconi: secondo l’accusa, avrebbe abusato della sua posizione di potere (presidente del Consiglio, ricco e potente) per convincere Ruby ad accettare denaro in cambio di prestazioni sessuali. Questa è la concussione.
Per quanto riguarda la corruzione, ne esistono varie categorie.
Corruzione per un atto di ufficio. Il pubblico ufficiale riceve o richiede denaro per compiere un atto legato alla sua funzione. Il denaro ricevuto, ovviamente, va oltre la regolare retribuzione. La pena prevista va dai sei mesi a tre anni, mentre è di un anno di reclusione se la richiesta giunge dopo che l’atto è stato compiuto.
Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio. Il pubblico ufficiale riceve o richiede denaro per compiere un atto che va contro l’esercizio delle sue funzioni. Rappresenta un’aggravante la concessione di contratti che riguardano la struttura presso il corruttore lavora. Rappresenta altresì un’aggravante la concessione di posti di lavoro, stipendi o pensioni che riguardano sempre la struttura presso il corruttore lavora. Es. Funzionario del Ministero del lavoro che riceve del denaro da un altro soggetto in cambio dell’assunzione di quest’ultimo a dirigente scolastico.
Corruzione in atti giudiziari. Il pubblico ufficiale riceve o richiede denaro in cambio della manipolazione di un processo civile o penale allo scopo di favorire illecitamente una delle due parti. Se l’atto non ha comportato una condanna ingiusta, la pena prevede la reclusione da tre a otto anni. Se l’atto ha comportato una condanna ingiusta fino a cinque anni di reclusione, la pena va da quattro a dodici anni. Se l’atto ha comportato una condanna ingiusta da sei anni all’ergastolo, la pena va da sei a venti anni. Es. Giudice che riceve una somma di denaro per assolvere un imputato o per condannare un altro.
Il corruttore, se l’atto corruttivo ha effettivamente luogo (ossia se il pubblico ufficiale accetta l’offerta) viene condannato a pene identiche a quelle riservate a chi riceve il denaro.Se l’atto corruttivo non ha luogo, e quindi il pubblico ufficiale non accetta l’offerta, allora le pene sono ridotte a un terzo.
Altri reati apparentemente simili alla corruzione sono i seguenti.
Abuso d’uffucio. Quando un pubblico ufficiale costringe un sottoposto a compiere un’azione che va a vantaggio del primo e che esula dalle sue funzioni. E’ prevista la reclusione dai sei mesi a tre anni. Es. Berlusconi che chiama in Questura per far rilasciare Ruby.
Rifiuto od omissione di atti di ufficio. Un pubblico ufficiale ritarda o si rifiuta di compiere un atto del suo ufficio che, di contro, avrebbe dovuto compiersi con la massima celerità visto il suo carattere di urgenza. L’atto deve riguardare tematiche importanti come la sanità e la sicurezza. E’ prevista la reclusione da sei mesi a due anni.
– Giuseppe Briganti