Prima di iniziare a riflettere su cosa è davvero la corruzione e come fare a difenderci, vogliamo rivolgere delle domande ai nostri interlocutori:
come può un popolo accettare di essere imbrogliato, derubato in questa maniera spudorata e impunita, senza ribellarsi? Come possiamo digerire il fatto che noi siamo il popolo più indebitato del mondo e che i soldi presi a prestito sono serviti per la maggior parte ad arricchire una casta opulenta che fa la bella vita alle nostre spalle? Come possiamo accettare di avere meno di diecimila magistrati con quasi nove milioni di processi pendenti, e tempi medi di definizione nel civile pari a sette anni e tre mesi, e nel penale a cinque anni? Come si può accettare che in un Paese con 5000 procedimenti civili all’anno ogni 100.000 abitanti, non si raddoppi il numero dei magistrati? Come possono laureati precari accettare che ci siano amministratori che continuano a truccare i concorsi pubblici per creare posizioni di vantaggio? Siamo un popolo allo sbando se non ci diamo delle risposte, ma soprattutto siamo un popolo travolto dai debiti causati proprio dalle ruberie della corruzione. Un popolo nonostante tutto molto ricco, ma con la ricchezza concentrata in pochissime mani tra le quali, sicuramente, si devono contare quelle sporche di chi pratica il malaffare. Dobbiamo farci restituire i soldi che ci hanno rubato e ci rubano.