Caso “All Iberian” somme versategli a titolo di illecito finanziamento

Finanziamenti a Craxi, Berlusconi per il tribunale e’ colpevole di finanziamento illecito ai partiti: e che i 20 miliardi usciti dalla societa’ “All Iberian” nel ‘ 91, per approdare sui conti svizzeri “Costellation” e “Northern Holding”, non sono una “transazione commerciale” come voleva la difesa ma un finanziamento illecito della Fininvest a Craxi. I giudici, dal canto loro, hanno preso atto che per la prima meta’ di quella cifra il reato deve ormai dirsi prescritto. Ma il conseguente “sconto” riconosciuto al Cavaliere, rispetto alle richieste dell’ accusa, alla fine si e’ rivelato minimo: 2 anni e 4 mesi piu’ 10 miliardi di multa, contro i due anni e mezzo piu’ 12 miliardi chiesti dal pm Francesco Greco. E addirittura piu’ aspra, rispetto alle richieste, la pena inflitta a Bettino Craxi: 4 anni (il massimo storico, per un finanziamento illecito) piu’ una multa di 20 miliardi. “Pura logica dell’ annientamento”, ha reagito la Fininvest. “Non hanno voluto ascoltare i nostri testi”, hanno ripetuto gli avvocati. E fuori dall’ aula, una per una, hanno ripercorso le loro principali tesi degli ultimi due anni: a) la societa’ “All Iberian” non c’ entrava nulla con Berlusconi e con la Fininvest; b) i soldi non erano per Craxi ma per il produttore cinematografico Tarak Ber Ammar, che li avrebbe “girati” alla causa palestinese sui conti dell’ avvocato arabo Zuhair Al Katheeb; c) le operazioni in questione sono comunque avvenute “estero su estero”, e dunque fuori della competenza giuridica italiana. Ma il giudice Marco Ghezzi, insieme con i suoi colleghi a latere Marilena Chessa e Paola Matteucci, hanno risposto con una sentenza da cui derivano conclusioni esattamente contrarie. Primo: la societa’ “All Iberian” faceva parte della galassia Fininvest e il suo beneficial owner era il cugino di Berlusconi, nonche’ top manager del gruppo, Giancarlo Foscale: condannato per questo a un anno e 9 mesi, cosi’ come l’ altro manager Giorgio Vanoni (un anno e 2 mesi). Secondo. Tarak Ben Ammar, pur convocato due volte dal tribunale, non si e’ mai presentato a ripetere in aula quanto dichiarato – a favore di Berlusconi – solo in due interviste rilasciate a Canale 5 e Panorama. + vero che parte dei soldi in questione, dopo essere arrivati sui conti svizzeri che la procura attribuiva a Craxi, proseguivano alla volta del Lussemburgo, su conti che Tarak attribuiva al palestinese Zuhair: ma anche quei conti, carte bancarie alla mano, risultavano intestati all’ ex segretario di Craxi, Mauro Giallombardo. Condannato per questo a un anno di reclusione, piu’ 400 milioni di multa. La procura, peraltro, per portare Zuhair in aula aveva tentato di tutto: arrivando a promettergli una scorta, un visto speciale per andare e venire, e persino un permesso (come da lui richiesto) che consentisse anche a sua moglie di accompagnarlo in Italia a fare acquisti. Ma neppure lui si e’ mai presentato. Terzo. Le uniche operazioni “estero su estero” derivate dai conti di Craxi e documentate dalle carte, a parte quelle gia’ descritte, sono gli acquisti di un negozio a dodici vetrine in Spagna e di un appartamento a New York per la signora Anja Pieroni, vecchia amica dell’ ex segretario socialista, oltre a circa mezzo miliardo dato in regalo a suo fratello, Antonio Craxi: entrambi assolti, perche’ “il fatto non costituisce reato”. Da registrare, sul fronte dei manager, anche la duplice assoluzione di Ubaldo Livolsi e Alfredo Zuccotti.

Dagli archivi del corriere della sera a firma Paolo Foschini

Commenti

I commenti sono chiusi.