Aveva collegato il nome di Anton Giulio Rognoni, il direttore generale di Infrastrutture Lombarde in carcere per corruzione e turbativa d’asta, a presunti fatti di corruzione nell’ambito dell’appalto per la gestione della Villa reale. Un’esternazione coraggiosa, ma pericolosa quella di Marco Fraceti, il presidente dell’Osservatorio Antimafie “Peppino Impastato” nonché ex consigliere comunale a Monza dell’estrema sinistra e autore del libro scandalo “Briangheta” sulla presenza della criminalità in Brianza. Un’esternazione che gli valse una denuncia e un processo per diffamazione a mezzo stampa che si è concluso ieri mattina davanti al Tribunale di Monza con l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
«Sono contento che la Giustizia questa volta abbia trionfato – ha commentato Fraceti – ma già all’inizio dell’udienza avevo capito che finiva così considerato che Rognoni è in carcere per corruzione e che al suo posto oggi non si è presentato nessuno». Numerose le attestazioni di stima e le manifestazioni di giubilo giunte a Fraceti ieri sia da parte dei simpatizzanti dell’Osservatorio Antimafie e dei Comitati per la Villa reale e per i beni Comuni, ma anche da una parte del mondo politico. «Grandissimo risultato Marco, sono felicissima», ha commentato Silvana Carcano, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in regione Lombardia. La stessa ha poi ricordato il Summit Antimafioso organizzato venerdì 9 maggio al centro Falcone e Borsellino, lo stesso in cui si tenne il summit mafioso per l’elezione del boss ‘ndranghetista de La Lombardia.
Un evento con esperti e magistrati come Nando Dalla Chiesa e Walter Mapelli che si tiene nel giorno dell’anniversario di Peppino Impastato, «perché in suo onore – aggiunge la Carcano – nonostante le scelte politiche differenti, è importante unire tutte le istituzioni, dal Comune alla Regione, al Parlamento, per dire a tutti, mafiosi in particolar modo, che l’aria cambia e che le istituzioni e i cittadini inizieranno a “vedere, sentire e parlare”».