Oggi vogliamo raccontarvi le difficoltà di chi denuncia casi di corruzione,ma non dal punto di vista giudiziario,aspetto non trascurabile per altro,lo abbiamo detto e lo diremo ancora perché se il malaffare si concretizza con l’immediatezza la giustizia ha invece tempi inaccettabili e vergognosi
Vogliamo invece raccontarvi l’aspetto sociale,l’aspetto umano che si manifesta per chi denuncia la corruzione,per chi diventa oggetto di concussione,reato ben più grave della corruzione ma pochi lo sanno.Pochi comprendono che un pubblico ufficiale quando abusa del suo potere per deviare il percorso della legalità fino a entrare nel campo dell’illegalità è figura abominevole dentro la pubblica amministrazione. Ma noi di CosaPubblica lo diremo ogni giorno attraverso i nostri studi e durante la formazione di volontari che andranno a controllare i politici che maneggiano i nostri soldi
Pubblichiamo una conversazione avvenuta fra un utente Facebook e Piero Di Caterina,il Presidente di CosaPubblica che,ricordiamolo, è colui che ha denunciato il sistema corruzione a Sesto San Giovanni. Potete trovare vicende e protagonisti nel libro “Il sistema corruzione”http://www.cosapubblica.it/sistema-corruzione/
Bruno :
“Le tangenti prevedono sempre uno che le paga e un altro che le riscuote e nel caso di Penati di sicuro Di Caterina era quello che pagava per avere favori e appalti. Non a caso i giudici lo hanno rinviato a giudizio per le cose che ho postato. E’ vero non condivido neanche lontanamente le cose giustiziaste che pubblica questa associazione in quanto io non credo in quel modo di far politica . Nei fatti sputtanano i sostenitori di tesi del genere che hanno assunto un vecchio detto dei preti che è quello di ” fate quel che dico ma non fate quel che faccio”. Se dico che Berlusconi è un corruttore e lo perseguono per tali cose poi non posso dire di meno di Di Caterina che è stato preso con le mani nella marmellata. ”
Piero Di Caterina :
“Gentile Bruno
lei ha acceso una polemica aggressiva nei miei confronti, sulle vicende che mi hanno visto coinvolto e sulla presunta sfrontatezza di aver osato fondare un movimento civico, CosaPubblica, che pretende di voler combattere la corruzione.
Gentile Bruno, lei delle due l’una: o non ha compreso bene i fatti, perché effettivamente non sono alla portata di tutti, oppure si è poco documentato. Prova ne è che sul suo profilo Facebook il 14 settembre scorso, lei pubblica un articolo del 2012, ampiamente superato da ulteriori determinazioni giudiziarie che hanno inquadrato i fatti in modo diverso da quelli raccontati lì. Le consiglio di leggere le 25 mila pagine dell’intera inchiesta, ormai atto pubblico.
Le difficoltà nel comprendere e nell’informarsi io le ho individuate da tempo ed è per questo che, con la mia coautrice Laura Marinaro, abbiamo “osato” pubblicare un libro che, in maniera del tutto controcorrente, spiega l’eziologia dei mali e individua anche proprio in comportamenti analoghi al suo (questi sì “talebani”, rispetto a quelli che emergono nelle nostre posizioni in CosaPubblica) la volontà di tarpare le ali a quei cittadini che effettivamente si vogliono impegnare nella lotta alla corruzione. Non limitandola all’atteggiamento scandalizzato per l’avviso di garanzia nell’indagine giudiziaria, come lei, ma calandosi nella melma per farne sentire a tutti la puzza. Sapesse Bruno, che fatica e che rischi denunciare con la certezza di diventare correi. Ma questo lei non può capirlo perché probabilmente, da quello che racconta, sembra non abbia mai voluto denunciare nessuno.
Quelli come lei hanno la pretesa di scegliere chi può e chi la deve fare, la lotta ai crimini predatori di ricchezza pubblica. E, ancora, quelli come lei hanno la pretesa di decidere da subito, e autonomamente, chi è colpevole e chi no. Chi è delinquente e chi è santo. Chi può fare i movimenti e chi deve stare immobile…..
Le faccio notare un paio di cose: fino ad oggi non è dato sapere se nella marmellata degli altri le mani le ho messe io, o se sono gli altri ad averle allungate nella mia, di marmellata.
Differenza non da poco che lei certamente non percepisce, visto che limita la sua conoscenza sulla corruzione al fenomeno di “chi paga e chi incassa”. E’ il ritrovo delle ovvietà. Lei non si sforza neanche di valutare che, per esempio, c’è una sostanziale differenza tra corruzione e concussione. In ambedue i casi c’è uno che paga e uno che incassa, con la differenza che il secondo è un estorsore e quello che paga è una vittima. Anche se dalla Legge Severino in poi pure le vittime si beccheranno fino a tre anni qualora oseranno denunciare.
Ma sul piano dell’innocenza o della colpevolezza tutto si potrà inquadrare correttamente solo alla conclusione del terzo grado di giudizio, che oggi scopriamo non essere l’ultima spiaggia della difesa, visto che alcuni, come il senatore Berlusconi, ricercano altre sedi di giudizio per spostare la condanna definitiva verso un ulteriore grado.
E cito Berlusconi perché lei dice che non possiamo fare due pesi e due misure: attaccare lui su un fronte, ritenendolo colpevole, e collocandoci noi sul fronte opposto, per le stesse questioni, ritenendoci innocenti. Ancora una volta o non ha capito o è in malafede. Questa considerazione potrà essere fatta solo a condizioni omogenee che ora non sussistono. Lui oggi è pregiudicato al terzo grado della Giustizia, io non ho nemmeno superato il primo test, il processo ordinario. Sono innocente. Una verità che mi è garantita dal contratto sociale, la Costituzione. Una garanzia che non è cosa da poco!
Ma come lei ben dovrebbe sapere, considerato che la verità giudiziaria è tanto più di elevata qualità quanto più efficiente è la macchina della giustizia, non è detto che il giudizio finale sarà correttamente emanato in base ai fatti realmente accaduti.
Potrò anche essere condannato e questo non potrà che significare, tra l’altro, che la denuncia ha un prezzo esorbitante da pagare. In Italia, in altri Paesi più civili no.
Sa quanti errori giudiziari ci sono in Italia…da brividi alla schiena. E sa quanto poco attrezzata è la Magistratura inquirente? Sembrano piloti di Formula 1 costretti a correre con la 500!
Per concludere, credo che le persone “con la puzza sotto il naso” come lei, e ce ne sono, abbiano la gravissima responsabilità di costringere, con le proprie parole e la propria disinformazione, coloro che vorrebbero denunciare la corruzione, a stare molto attenti. E quindi a ritardare ogni tipo di lotta efficace. La conseguenza è che chi denuncia rischia di dover investire energie per difendersi da quelli come lei, che vorrebbero escluderli al di fuori della legge, oltre che organizzare la propria difesa nei Tribunali.
Il danno della leggerezza nelle opinioni non è solo verso le vite degli altri che si aggrediscono, ma verso l’intera collettività che continuerà a non comprendere le responsabilità dei crimini predatori da corruzione, come lei. E rimanendo nella confusione e nelle nebbie della controinformazione, più o meno in buona fede, non si ribellerà con forza agli abusi dei politici corrotti.”
Bruno :
Eg. Dr. Di Caterina, credo che lo sia, lungi da me da voler attaccare la sua persona ma in Italia c’è ancora la liberta di parola e di informazione e quindi quello fatto non è altro che riportare alla conoscenza di amici comuni fatti che forse non erano conosciuti. Lei non mi conosce e quindi le direi di guardarsi dallo scrivere puzza sotto il naso. Io sono un militante comunista da sempre e certo di essere sempre stato al fianco degli ultimi degli sfruttati e i soldi me li guadagno onestamente ogni giorno uscendo a lavorare. Tutte le sue belle parole utilizzate in una forma molto elegante non hanno minimamente risposto all’Equazione denaro a fronte di privilegi e se da una parte c’è chi prende il denaro dall’altra c’è chi lo da. Percorrere la via più breve per risolvere i propri problemi non è sempre quella legale e quindi caro signore credo che lei debba fare almeno un minimo di autocritica rispetto alla storia in quanto se non ci fosse stato chi era disponibile a corrompere non ci sarebbe mai stato chi si sarebbe fatto corrompere. Dopo di chè la polemica io la chiudo qui perchè sembra diventata un problema personale fra me e lei che oltretutto non ho il piacere di conoscerla. Fermo restando il diritto che ognuno di noi ha alla libera espressione del pensiero e alla divulgazione dell’informazione. La saluto cordialmente senza alcun rancore. Bruno”
Piero Di Caterina :
“Gentile Bruno , lei sfonda una porta spalancata completamente: io mi sono battuto, e mi batterò tutta la vita per garantirmi e garantire a tutti di poter manifestare le proprie opinioni e assicurare la corretta informazione affinché tutti possano conoscere la realtà dei fatti. Ed è proprio qui il punto. I fatti da lei raccontati non rispondono alla realtà. Non ci troviamo di fronte allo scambio di soldi per privilegi, ma allo scambio squallido e molto più grave soldi per diritti. Si signor Morra, in Italia il livello della corruzione negli ultimi 20 anni si è aggravato talmente tanto da regredire fino all’abuso per bloccare il riconoscimento di diritti ad un cittadino per avvantaggiare un competitore che magari non ha pagato in contanti perché ha concesso altri benefici. Quindi lei affermando che io ho pagato per avere privilegi non ha fatto corretta informazione, ma ha contro informato. E non mi sto lamentando per il danno che mi potrebbe aver cagionato. Mi creda, sono coriaceo e non mi sento ne offeso ne danneggiato dalle sue affermazioni. Le fa onore ricordare la sua militanza comunista da sempre. Io non posso godere delle stesse certezze che lei esprime perché mi ritengo liberal socialista e perché non ho mai amato la fede assoluta verso una indiscutibile eterna verità. Il relativismo mi ha sempre complicato la vita. Ma i comunisti li ho sempre frequentati. Anche intimamente. Le assicuro che ve ne sono molti con grossi paraocchi. E in queste vicende è emerso che si sono ormai adeguato al confort, alle mollezze e, come emerge nei fatti oggetto di processo, ai privilegi della disonesta gestione del potere. Se le legga le 25 mila pagine dell’inchiesta. Capirà meglio.Con simpatia.”