Se uno è europeista non può far a meno di considerare positiva l’Unione e l’adozione dell’euro. Poi che la politica adottata sia imbecille e da sprovveduti, a vantaggio dei seri e più furbi, e a svantaggio dei fessi e dei quaquaraquà è fatto lapalissiano. Detto questo i mali dell’Italia non dipendono dell’euro, se non per la parte che la moneta comune sta creando a tutti gli altri Stati membri. I nostri mali dipendono da una politica corrotta e incapace che in vent’anni ha devastato il Paese.
Il 20? 30? per cento della spesa pubblica (835 miliardi?) viene sperperato o rubato. La tanto demonizzata evasione fiscale è la conseguenza di un sistema tributario iniquo e per alcuni aspetti criminale che se ti cattura ti può fare molto male, se vuole, o ti può fare la grazia, indipendentemente dal fatto che tu sia o meno evasore fiscale o corretto contribuente. Ovvio ciò non vale per i lavoratori dipendenti o i pensionati, per loro le tasse le pagano altri.
Sistema fiscale ad alto tasso di corruzione.
Le Società pubbliche o partecipate: buco nero di dimensioni cosmiche. Miliardi di euro che spariscono ogni anno senza possibilità di controllo. Ma con facilissima possibilità di confronto. Un treno è un treno per tutti. Se io lo pago cento milioni e tu ottantamilioni delle due l’una: o sono cretino o rubo.
Si potrebbe scrivere un libro, ma Maastricht c’entra poco nella tragedia italiana. In Italia chi ha il potere ruba i soldi pubblici, e tanto!
Piero Di Caterina
01/11/2013