Di Laura Marinaro
Che a Sesto San Giovanni, la ex Stalingrado d’Italia, la città dove scoppiò lo scandalo delle tangenti rosse (noto come “Sistema Sesto”), tutti volessero ignorare o dimenticare cosa quello “slogan” avesse comportato, era pacifico. Ma che quelle due parole le utilizzasse il presidente (non sestese) della locale squadra di calcio, la Pro Sesto, per anni legata alla vita amministrativa e politica della città del Sistema, non lo immaginava nessuno. Eppure è successo. E così la campagna di tesseramento della squadra che rischiava di perdere la maggior parte dei tifosi per disaffezione al calcio poco vincente della città, è partita all’insegna di uno slogan quantomai curioso: «Scende in campo il Sistima Pro Sesto». Insomma una sorta di riscossa a quel sistema di tangenti e corruzione, ma soprattutto di abusi da parte della pubblica amministrazione, che ha messo in ginocchio la città e dalla quale si spera che la maggior parte dei sestesi vuole per ripartire da zero. Della decisione di invogliare così la ripresa dei tesseramenti alla Pro Sesto ha parlato in questi giorni anche il Corriere della Sera (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_agosto_18/calcio-sesto-ironia-milano-2222658243958.shtml) che ha intervistato Zangari. Lui ha ragione: Sesto deve recuperare i valori che l’hanno fatta grande. Ma, permetteteci di aggiungere che non crediamo che Sesto abbia perso quei valori. Li hanno dimenticati, piuttosto, i politici e gli amministratori infedeli che negli anni hanno visto solo il loro interesse nel prendere qualsiasi decisione per la città. E sono stati loro a falsare l’economia pubblica della città, la libera concorrenza, il mercato e anche le decisioni degli imprenditori per il futuro della città. Se la politica non offre parità di accesso alle opportunità della economia pubblica, falsa il mercato, porta alla corruzione e non migliora la città. Questo è accaduto a Sesto e in tante città del Paese, e questo è il famoso “Sistema” da quale rialzarsi. E pensare che quel termine lo ha coniato davanti ai magistrati proprio Piero Di Caterina, il grande accusatore delle tangenti rosse. Lo stesso imprenditore incluso in quel sistema come tanti altri (anche l’ex presidente della Pro Sesto Giuseppe Pasini, ndr). Lo stesso che si è rifiutato di far transitare tangenti sulla Pro Sesto quando i politici glielo hanno chiesto, evitando di sporcare un simbolo positivo della città. . Lo stesso che oggi ha fondato proprio a Sesto “Cosapubblica-Libra”, il primo movimento con il quale i cittadini torneranno a diventare comproprietari del bene comune per combattere seriamente la corruzione. Direi anche latinamente “Pro Sesto” ovvero letteralmente “in favore di Sesto”.
18 agosto 2013