Fumata grigia ancora per i dipendenti dei cimiteri di Sesto. È da luglio che i 14 lavoratori della Attima Service, cooperativa rossa di Modena che gestisce i cimiteri cittadini dal 2003, non ricevono una lira, malgrado il Comune – solo dopo che la notizia è diventata di dominio pubblico – abbia dichiarato di voler intervenire a loro sostegno. Una situazione che non rimanda solo a problemi di lavoro, ma a vecchi sistemi di gestione della cosa pubblica in città. Va ricordato che stiamo parlando di lavoratori che prima erano dipendenti comunali e che convinti dall’ex direttore generale Marco Bertoli (oggi indagato per concussione nel famoso Sistema Sesto) che nulla sarebbe cambiato nel loro trattamento passando alla coo, anzi. In realtà «sono precipitati in un girone infernale con Attima che ha sempre pagato a singhiozzo e il Comune che prometteva che il singhiozzo l’avrebbe fatto passare. La Attima, una delle tante emanazioni periferiche dei colossi della coop emiliane (159 dipendenti), è attualmente in fase di concordato preventivo e quindi ha fatto sapere di non poter s gli stipendi e che nel frattempo ha il ramo d’azienda della gestione cimiteriale ad una nuova Attima s.r.l. Siamo messi male se anche il ricco sistema delle coop rosse adotta il gioco delle matrioske: si chiude una bottega per non pagare i creditori dopo aver incassato dai committenti pubblici, e si apre un’altra fotocopia della prima con una verginità rifatta. La Nuova Attima s.r.l costituita a luglio scorso che conta tra i soci i nomi più grossi dell’imprenditoria legata al mondo delle coop rosse: tra questi la Sofinco, società per azioni da 100 milioni di euro creata per partecipare altre società coop, e ancora dal Monte dei Paschi di Siena, alla Banca Popolare dell’Emilia e altri. A questo punto ci viene da chiedere la Sfinco spa che – a quanto si dice – esiste per dare una mano a chi si trova in difficoltà perché non aiuta la Attima e si presta per la nuova? E l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni come mai non fa approfondite indagini assumendo atteggiamenti simili a quelli che in passato ha assunto nei confronti di aziende non appartenenti al sistema cooperativistico? E sarebbe interessante sapere come mai in dieci anni la vecchia Attima ha vissuto di proroga in proroga la possibilità di tenere un appalto che tanto povero non deve essere stato come sembrava, visto che l’azienda non lo ha mai abbandonato alla scandenza. E perché il vincitore sul territorio che subentrò per un breve periodo nel 2008 si convinse o fu convinto ad abbandonare l’appalto appena di nuovo per la Attima?
Intanto la gara di affidamento del servizio di gestione cimiteriale bandita a luglio era andata deserta (aveva partecipato solo una ditta di Napoli) è stata ribandita per ottobre. La domanda è: come mai una gara così succulenta non ha visto partecipazione? Forse la base d’asta era bassa? Se così fosse siamo alle solite: si lancia una gara a condizione economiche svantaggiose, non si presentano concorrenti e così si può passare eventualmente ad una trattiva privata. Se poi qualche avventuriero disposto a correre con una posta in gioco risicata arriva si fa in modo che la gara venga annullata. Così si ricomincia fino a quando magari non viene mantenuto lo statu quo. «In questo comune si è sempre agito in modo strano quando c’erano queste gare – dicono i sindacalisti – a questo punto controlleremo questo e i precedenti appalti».
1 settembre 2013