Società pubbliche o a capitale partecipato: il più grosso buco nero di corruzione in cui la spesa pubblica può essere abusata a piacimento al di fuori di ogni controllo di contabilità, finanza, fisco e magistratura.
Con la protezione di complicità politiche abusi e crimini possono essere attuati impunemente al sicuro da qualsiasi indagine. La politica, per assicurarsi questa riserva per la caccia di frodo nella ricchezza dei cittadini, ha realizzato negli anni recinti impenetrabili in cui poter liberamente agire al di fuori delle leggi.
Spazi in cui le più elementari leggi sulla trasparenza e concorrenza vengono aggirate a danno grave per la spesa pubblica. Complici, in buona o malafede, coloro che hanno attivato battaglie per mantenere a gestione pubblica settori dell’economia diventati, nel tempo, territorio di privilegio di un ristretto numero di fortunati che,attraverso lo scambio “voto per posto ricco”, hanno succhiato soldi a danno della collettività. CosaPubblica intende muoversi su questo fronte per smascherare molti colpi e portarli a conoscenza dell’opinione pubblica, l’unica forza che può battere i malfattori coinvolti in questi fatti di corruzione.
Piero Di Caterina Presidente di CosaPubblica commentando l’articolo sulle società partecipate uscito oggi su Il Sole 24 ore e del quale postiamo il testo.
Clicca qui per visionare il testo (PDF 1)